E-Mail, domande e risposte (anno 2003)

Ecco una raccolta, anonima, delle E-Mail che ho ricevuto. Alcune contengono delle domande, con relative risposte. Altre contengono considerazioni e, alcune volte, complimenti.


19 Gennaio 2003
Ciao Andrea,
complimento per la tua incisione del Concerto di Rota. So quanto é difficile ma suonato da te non sembra difficile. Veramente bravo.


28 Febbraio 2003
Andrea, non mi deve ringraziare per i complimenti in quanto quello da me espresso corrisponde all'ottimo lavoro da lei fatto in questo sito (penso che dovrebbe essere sotto il nome trombone.it così come in altri siti nord europei). Spero di sentirLa suonare presto a Bergamo. Le voglio chiedere un consiglio: io suono il trombone e possiedo un Bach 42G (ovvero canneggio 0.547" campana 8 1/2" e ritorta open wrap) e vorrei provare a suonare il trombone basso (canneggio 0.562" e campana 9 1/2 o 10" con doppia ritorta). Mi sa comunicare qualche modello professionale e marca?

Direi che ci sono due tromboni bassi professionali:
il Bach 50 (con due ritorte) e il Trombone Basso Edwards.
Tutti e due questi strumenti sono disponibili in varie combinazioni, con ritorte di vari costruttori ecc. In particolare la Edward costruisce moltissimi modelli. In generale un 50 della Bach con due ritorte può essere un buon strumento, ma anche l'Edward non è male. Non conosce un trombonista basso con il quale consigliarsi? Se abita nella zona di Bergamo dovrebbe essere possibile trovare qualcuno che possa aiutarla a provare oppure scegliere uno strumento. Posso fare una domanda? Perché vuole passare al Trombone Basso?

5 Marzo 2003
Buongiorno Andrea, La ringrazio per la risposta. Devo dire che ero orientato sulle marche da lei consigliate e il dubbio era proprio tra Edwards e Bach. Penso che mi orienterò su un trombone Bach modello 50 doppia ritorta (anche in virtù del fatto che ne possiedo già uno 42G e lo ritengo un ottimo strumento). Ho visto sul sito www.selmer.com vari modelli anche se penso di acquistare un modello "tradizionale" per quanto concerne il canneggio e la valvola della ritorta (anche se la ritorta Hagman dev'essere qualcosa di eccezionale).
Ho deciso di passare ad un trombone basso (anche se il mio "vecchio" 42G non si tocca) dopo aver provato un trombone basso Yamaha (marca che non mi entusiasma): ho sentito che nelle sonorità basse è molto pieno. Conosco vari trombonisti che hanno optato per una scelta opposta alla mia (hanno scelto un trombone canneggio Bach 42 o 36 senza ritorta) ma io penso che dev'essere il musicista ad adattarsi alla musica e non lo strumento. Conoscevo un trombonista (di nome Pezzotta purtroppo morto) che suonava il Bolero con un trombone Basso. Ho visto che il bocchino consigliato per il trombone basso è il modello 1 1/2 G della Bach (o 59 SHILKE) ma sempre sul sito della Selmer ho visto che equivale al modello 6 1/2 della Bach tranne che per il diametro approssimativo della coppa - parte che si appoggia alle labbra - (Bach 1 1/2: Appox cup  diam 27.00 mm, troat 0.276" Backbore 429; Bach 6 !/2: Approx cup diam 25.40 mm, troat o.276" Backbore 429). Per quanto detto voglio provare a suonare un trombone basso con il mio bocchino Bach 6 1/2.   Rimango in attesa di consigli e ammonimenti che saranno in qualsiasi caso sempre ben accetti. Ringraziandola per il tempo dedicatomi Le rinnovo i saluti.

...sicuramente i Bach sono dei buoni strumenti, anche se molti ritengono che gli strumenti di una decina di anni fa fossero migliori degli attuali.
Ho letto le tue considerazioni riguardo al trombone basso e devo dire che non ho capito bene cosa vuoi fare. Un trombone basso (per il canneggio e le dimensioni della campana) ha sicuramente delle sonorità gravi più piene di un tenore. Il Pezzotta che conoscevo io, che è stato Primo trombone al Teatro alla Scala e successivamente all'Orchestra della Rai di musica leggera di Milano, era sicuramente capace di suonare il Bolero con il trombone basso, ma non credo che abbia mai fatto una cosa del genere in un concerto e tanto meno in un concorso, anche se si trattava di mezzo secolo fa. Da circa vent'anni il trombone tenore e il trombone basso sono due strumenti molto distinti fra loro, nonostante il fatto che ci siano dei posti in Orchestra (con relative persone) che comprendono l'obbligo di suonare ambedue gli strumenti.
Il 6 1/2 della Bach è un bocchino quasi piccolo per il tenore, mentre il 59 Schilke è forse il bocchino più usato con il trombone basso. Li hai mai visti dal vivo? Se fosse così, dubito che li riterresti simili. Anche considerando il Bach 1 1/2 sono comunque due bocchini completamente diversi, con un appoggio che ti darà sensazioni completamente diverse, ma che soprattutto necessita di una diversa muscolatura e di un uso diverso della muscolatura facciale.
Detto questo: quale uso vuoi fare del trombone? Tu vorresti suonare il repertorio del Trombone Tenore con un Trombone Basso e un bocchino 6 1/2? Può funzionare, ma in che contesto lo vuoi fare? Tu studi per il diploma o hai già finito? Vuoi suonare in qualche gruppo di ottoni oppure stai meditando di preparare una audizione o un concorso in un'orchestra?
Come vedi ho usufruito della frase finale della tua E-Mail ("Rimango in attesa di consigli e ammonimenti che saranno in qualsiasi caso sempre ben accetti.")


19 Maggio 2003
Ciao Andrea, ti rubo un attimo di tempo solamente per dirti due parole che, forse, ti faranno piacere. Ieri abbiamo eseguito qui a ---- al Teatro --------- la Sinfonia Nr.3 di Schumann. Lo so che parlare di queste cose a te che l'avrai eseguita chissà quante volte sembra un po' banale, ma volevo soltanto dirti che è andato tutto benone, il direttore è rimasto molto contento, i colleghi entusiasti, ma, ciò che mi piace ancora più farti presente, sono stato anche io soddisfatto del mio lavoro e di quello della mia sezione. Avevo suonato due anni e mezzo fa a ------ questa sinfonia, ma avevo veramente sofferto!!! Questa volta, anche se la strizza c'era e come, mi è sembrato tutto più tranquillo. Anche se lo so che il cammino che ho intrapreso è appena all'inizio, che c'è ancora tantissimo lavoro da fare, mi permetto di scriverti questa e-mail perché non finirò mai di ringraziarti per quanto mi hai semplificato la vita e penso migliorato la qualità del suono. Cercare di suonare come mi stai insegnando tu mi aiuta tantissimo e mi fa sembrare il trombone molto più amico!!!!!!! A presto


30 Giugno 2003
Caro Maestro Conti sono un chitarrista classico che in età adulta ha scoperto la passione per il trombone. Ho iniziato a suonarlo a 32 anni e ora sono circa 6 anni che suono.
Le scrivo perché ultimamente avverto dopo aver studiato (in media un'ora al giorno) un certo fastidio alle orecchie, non proprio un dolore ma quasi, soprattutto se forzo un po' sulle note acute. Sono un po' preoccupato per i miei timpani, non vorrei che la pressione eccessiva causasse qualche danno all'udito. Spero sia solo un problema passeggero che non mi costringa a interrompere lo studio proprio ora che inizio ad avere qualche soddisfazione. Il mio insegnante ritiene che il problema non dipende dallo studio del trombone. Vorrei una sua opinione in merito, cioè se considerare questo fastidio abbastanza normale oppure no, considerando poi che non sono un professionista che magari studia 3 ore al giorno. La ringrazio molto

... scusami per il ritardo, ma questo periodo è stato a dir poco intenso...
Non mi sento di dare un giudizio per E-Mail, ma quello che mi hai scritto non mi lascia del tutto tranquillo.
Quando suoni, anche nel registro acuto, non dovresti generare pressione all'interno del corpo!
Prova a soffiare nel trombone, vedrai che l'aria ci passerà attraverso senza nessun attrito. La pressione che si può creare all'interno del corpo è data dal fatto che l'aria che viene spinta fuori dal corpo con i muscoli addominali ecc, si infrange nelle labbra, chiuse per formare l'imboccatura ma spesso troppo chiuse (e quindi inefficienti) per creare un suono "libero".
Se la pressione all'interno del corpo è considerevole, siamo quindi sicuramente di fronte ad una problema di produzione del suono. Se questo problema è molto marcato, è possibile che la pressione crei problemi alle tue orecchie, ma ancor più ai tuoi polmoni.
Prova a pensare ad un'automobile: tu schiacci il pedale del gas (l'aria che viene spinta dai muscoli) e qualcun'altro tira il freno a mano (le labbra che non vibrano con la migliore disponibilità e facilità). Più schiacci il gas e più che il tuo passeggero tira il freno a mano. Alla fine si romperà sicuramente qualcosa, poiché il motore svilupperà il massimo della sua potenza e l'impianto frenante sarà impegnato al massimo.
Non voglio dire che quello che ho descritto è quello che succede a te, ma potrebbe essere.
Cerca di suonare avendo il minimo della pressione all'interno del corpo e con meno tensioni muscolari possibili e vedi se continuano a farti male le orecchie.


5 Luglio 2003
Ciao mi chiamo -------- ------- e sono un trombonista di ------. Volevo farti i complimenti per il sito perché lo trovo assolutamente eccezionale!!! Trovo molto interessanti tutte le relazioni sui vari masterclass. Sto cercando da molto tempo le registrazioni originali del grande solista Arthur Pryor (si scrive cosi? boh...) Se sai dove reperirle fammelo sapere! Grazie.
P.S. Continua cosi che c'è bisogno di divulgare il più possibile su questo nobile strumento!

Ti ringrazio per i complimenti. Il mio è un sito fatto in casa (è completamento ideato, costruito e aggiornato da me) ma quello che mi interessa sono i contenuti.
Hai provato a cercare Pryor nei motori di ricerca e sui grandi negozi come Amazon?


3 Agosto 2003
Sono un verdiano dilettante che si rivolge a un verdiano professionista per un chiarimento. Anzi due. Spero di non esserle di troppo disturbo! Se così non fosse, le basterà semplicemente ignorare questo messaggio. Amo in modo particolare il Requiem e, avendo qualche nozione di grammatica musicale, ne sto "studiando" la partitura senza alcuna pretesa. Ascoltando diverse interpretazioni, ho notato due vistose anomalie che mi hanno lasciato molto perplesso. Premetto che la partitura da me usata è della Dover Publications, che riproduce ("unabridged republication") l'edizione Peters e che le esecuzioni da me ascoltate sono le seguenti:
1. Toscanini, versione del 27 gennaio 1951 alla Carnegie Hall
2. Karajan, Freni, Ludwig, Cossutta, Ghiaurov, Berliner Philharmoniker
3. Solti, Price, Luchetti, Baker, Van Dam, Chicago Simphony
4. Abbado, Ricciarelli, Verrett, Domingo, Ghiaurov, Orchestra e coro della Scala
5. Abbado, Gheorghiu, Barcellona, Alagna, Constantinov, Berliner Philharmoniker (registrazione dal vivo).
Ed ecco i due punti in questione.

A lei cosa risulta? E dall'autografo cosa si deduce? Infine vorrei una sua opinione a proposito del si bemolle sopracuto (si dice così?) che precede la battuta 171 del Libera me. Mi sembra lo spauracchio di tutti i soprani che affrontano il Requiem... e a ragione! Eseguire in pppp quel si bemolle per intervallo d'ottava e per di più verso la fine di una faticaccia durata più di un'ora è una faccenda che preoccuperebbe anche la più inossidabile delle ugole. Delle cinque versioni di cui sopra solo Mirella Freni raggiunge quel si bemolle in modo superbo. Semplicemente perfetto! Le altre lo fanno glissando col risultato di trasformare questa intensa e pur dolcissima invocazione di pace (la tensione emotiva è altissima) in un lamento un po' sguaiato. Lei cosa ne pensa? Ha qualche preferenza? Spero di leggerla presto e la saluto cordialmente con i doverosi ringraziamenti.

Sinceramente la tua E-Mail mi ha sorpreso molto: io sono un trombonista e quindi non sono certo la persona adatta a risolvere i tuoi dubbi.
Però posso dirti alcune mie impressioni: Ricordi ha sempre posseduto gli originali delle opere, evitando così che altre case editrici potessero pubblicare i lavori all'arrivo del cosiddetto "Pubblico dominio". Cosa ristampi se Ricordi possiede gli originali? Così ogni tanto, giusto per vedere riconfermati i diritti d'autore, escono da casa Ricordi alcune partiture "secondo gli originali". Questo potrebbe spiegare il motivo per cui non c'è il trillo nella tua edizione. E' possibile che Karajan non faccia eseguire il trillo perché non è presente nella sua copia della partitura. L'attacco in ritardo della soprano permette un respiro più comodo? Se fosse così avresti la spiegazione dell'attacco in ritardo. Oppure è ancora un fatto dipendente da una differente "Edizione critica". Spesso l'esecutore deve scegliere se prendere un rischio (e in quale misura) oppure rimanere in un margine di sicurezza. Probabilmente questo è il motivo del glissato.


8 Ottobre 2003
... ma a Lecce non scendi quest'anno a fare il corso? Peccato, vorrei farti sentire qualcuno dei miei allievi, che tramandando quello che tu hai cercato di insegnarmi migliorano di giorno in giorno. A tale proposito vorrei farti una domanda: per un trombettista, tutto quello che noi facciamo con il trombone può risultare interessante o magari bisognerebbe fare tutt'altre cose? Il Cramer va bene per tutti? Io sinceramente le sto trovando miracolose.

Per i trombettisti, come per tutti gli ottoni, vale quello che facciamo noi. Non nel senso degli esercizi, ma per quello che cerchiamo di imparare con gli esercizi.
Essendo il trombone l'unico strumento con la coulisse, rischia di avere degli esercizi unici. Gli strumenti a pistoni usano spesso altre cose, dove sfruttano appunto la meccanica delle dita, come il Clark, le scale ecc. Il Cramer va bene, ma bisogna vedere per cosa: se hai uno studente che non usa l'aria e suona "in apnea" il Cramer può essere un ottimo esercizio, ma deve sempre servire a suonare bene, non a creare un suonatore che è in grado solo di attaccare i suoni senza lingua e magari in maniera "gonfia" (tipo PUA).
Auguri con i tuoi studenti.


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