La musica secondo... Arturo Toscanini

Alcuni aneddoti


"Tutti i miei amici e colleghi mi avevano parlato talmente bene di lui che ero desiderosissimo di ascoltare uno dei suoi concerti, e la mia impressione fu che tutto quello che avevo sentito dire di lui era ben poca cosa in confronto alla realtà! L'uomo che avevo davanti era semplicemente un genio, un maestro come non ne avevo mai visti in vita mia, una vera rivelazione sull'arte della direzione e dell'interpretazione."

Pierre Monteux

 

"A Galeffi [il baritono che interpretò Rigoletto alla Scala nel 1922] insegnò la scena completa del terzo atto, trasformandosi lui stesso in Rigoletto, mostrandogli ogni gesto, ogni espressione, ogni recitativo parlato, ogni angoscioso scoppio d'ira. Quali infinite sensazioni sapeva dare quell'uomo, e come sapeva sviscerare, nella musica e nelle parole, la creazione verdiana!"

Toti Dal Monte

 

"Immaginate l'aiuto che può avere un buon cantante da un maestro simile. Vi è la possibilità di essere mandati al diavolo, ma se si riesce a far bene e a superare la soggezione che una personalità così spiccata impone, tutto si ottiene: incitamento, sicurezza, fiducia in sé stessi, oltre l'impronta e la linea artistica. Il mio pensiero devoto a tanto Maestro, la mia gratitudine, la mia ammirazione!"

Aureliano Pertile

 

"Egli dirige in maniera completamente diversa dalla nostra, ma a suo modo splendida"

Gustav Mahler

 

"Stasera Manon, una grande Manon, e se il pubblico non si scuote vuol dire che viviamo su Saturno invece che sulla Terra...Toscanini è un vero miracolo di sentimento, di finezza, di sensibilità, di equilibrio. Che piacere ho provato alle prove. Mai e poi mai ho goduto tanto a sentire la mia musica"

Giacomo Puccini

 

"All'attività di quel grande musicista e di quell'uomo straordinario, io devo un tesoro di preziose esperienze musicali"

Bruno Walter

 

"Stava via un paio di mesi e durante la sua assenza a noi sembrava di essere in ferie! Niente più patemi d'animo, niente ansie, nessun terrore, tutto andava liscio come l'olio, ahimè, fin troppo! Ma poi, quando tornava, ce le faceva pagare, le "vacanze", e con gli interessi. Era capace in una settimana... di fare quattro prove generali e di andare in scena con altrettanti spettacoli. Noi, stringendo i denti e mugugnando in sordina ce la mettevamo tutta per accontentarlo e, qualche rara volta, ci si riusciva. E allora, se lo si vedeva contento, dimenticavamo i tormenti e le paure, gli insulti e le parolacce, perché anche se ci maltrattava, gli volevamo bene."

Enrico Minetti [violino di spalla dell'orchestra della Scala negli anni '20]


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